26 dicembre 1916

La parola che mi fai ascoltare nel silenzio è sempre incoraggiante e dolce, Signore. Ma non riesco a

vedere in cosa questo strumento sia degno della grazia che Tu gli fai, né come esso sarà in grado di

realizzare ciò che Tu ti aspetti da lui. Tutto in esso appare così piccolo, così debole, così comune ,

senza intensità, senza forza e senza ampiezza., a paragone di ciò che dovrebbe essere per poter

incarnare questo ruolo schiacciante. Ma so che ciò che pensa il mentale è di poca importanza; lo sa

esso stesso e attende, passivo, lo sviluppo del Tuo decreto.

Tu mi dici di lottare senza tregua: vorrei avere quest’ardore indomito che ha ragione di ogni

difficoltà. Ma Tu hai posto nel mio cuore una pace così radiosa, che temo di non saper neppure

più lottare ….Le cose (facoltà e attività) si sviluppano in me come i fiori sbocciano,

spontaneamente e senza sforzo, nella gioia d’essere e di crescere, la gioia di manifestarti qualunque

sia il modo della Tua manifestazione. E se c’è lotta, è così facile e così dolce da non poterle più

attribuire questo nome. Ma quanto è piccolo questo cuore per contenere un tale amore! E quanto è

debole questo essere vitale e fisico per poterlo dispensare appieno! Così mi hai posta alla soglia

della meravigliosa via, ma i piedi avranno la forza di farmi procedere ?… Tu mi rispondi che io

volo ed avrei torto a voler camminare.

O Signore, quanto è infinita la Tua misericordia! Una volta ancora mi hai accolta nelle Tue

braccia onnipotenti e mi hai cullata nel tuo cuore insondabile, e questo cuore mi ha detto: “ Non

tormentarti, sii fiduciosa come un bambino,: non sei forse me stesso cristallizzato per il mio

lavoro?….”